Quest’anno si celebrano i trecento anni della nascita di Carlo III di Borbone, l’illustre sovrano che ridiede autonomia al glorioso regno di Napoli fondando la dinastia dei Borbone di Napoli.
Carlo Sebastiano di Borbone nacque il 20 gennaio del 1716 da Elisabetta Farnese e Filippo V di Spagna. A soli 18 anni, dopo le vittorie riportate contro gli austriaci e grazie alle manovre diplomatiche della madre, regina di Spagna, Carlo divenne re di uno dei più prestigiosi e ambiti reami d’Europa: il regno di Napoli. Il padre Filippo V provvide anche a cedergli i suoi diritti sul regno di Sicilia che fu così unito a quello di Napoli ed entrambi furono resi indipendenti dalla corona di Spagna. Grazie alla educazione ricevuta in Spagna durante l’infanzia, Carlo seppe essere un uomo molto indipendente, nonostante il suo forte legame con la madre Elisabetta, e si affidò al suo proprio istinto, al suo proprio giudizio e alle sue conoscenze per portare avanti la sua politica innovatrice in una Europa in pieno fermento illuministico e diede grande impulso alla concezione del potere inteso non più come un “ancien regime” ma come un moderno assolutismo illuminato. Egli aveva studiato matematica, storia, geografia, alcune lingue straniere e strategia militare. Amava la caccia e la musica ma aveva anche un forte interesse nelle arti plastiche tanto da creare piccole sculture che modellava con le sue abili mani. Fu questa passione che lo portò, non appena ne ebbe occasione, a dare vita, a Napoli, ad una delle più rinomate manifatture di ceramica d’Europa, quella di Capodimonte.
Appena insediatosi sul trono di Napoli, l’ambizioso e illuminato giovane sovrano comprese che il paese necessitava di rinnovamenti dopo la catastrofe finanziaria lasciata dalle precedenti reggenze e comprese anche che il popolo aveva bisogno di sentirsi partecipe di una totale rinascita e della indipendenza tanto agognata. Egli si adoperò dunque ad apportare notevoli cambiamenti, sia in campo amministrativo che militare, e si fece promotore di una serie di miglioramenti che portarono l’intero regno ad essere annoverato tra i più potenti e all’avanguardia d’Europa. Don Carlos, come veniva chiamato dalla popolazione, portò nel regno una ventata di aria nuova e il suo entusiasmo coinvolse tutti. Egli dimostrò di essere un buon sovrano, forse uno dei più benvoluti nell’intero regno. In primo luogo egli diede vita a quella famiglia dei Borbone di Napoli, la terza formatasi in Europa, che passò alla storia come una delle più lungimiranti e innovatrici d’Europa, nonostante gli oscurantismi della propaganda anti-borbonica messa in atto a seguito della cosiddetta Unità d’Italia. Carlo ebbe a cuore la pace del regno e riuscì a tenere le guerre lontane dal suo paese mantenendo un ordine sociale pacifico. Il suo obiettivo primario fu quello di migliorare l’economia del regno e di dar vita ad un reame che fosse potente, stabile e fiorente. Iniziò dunque un enorme sviluppo urbanistico progettando grandi opere pubbliche che resero la città di Napoli una delle più prestigiose capitali Europee. Ma Carlo non si occupò solo di migliorare l’aspetto della capitale, egli si adoperò anche per altre opere nell’intero regno tra cui il restauro del porto di Taranto e quello di Molfetta. Il re infatti diede avvio ad una politica di espansione del commercio e di lotta alla pirateria formando una flotta composta da piccole imbarcazioni più utili a proteggere il trasporto marittimo e consolidò i porti più importanti del regno affinchè il commercio divenisse sempre più fiorente. Per le continue pressioni di sua madre Elisabetta, regina di Spagna, Carlo dovette migliorare i suoi rapporti con l’estero anche se non sempre riuscì ad ottenere il consenso sperato. Il suo nome era tuttavia temuto in Europa tanto da indurre vari paesi a continue minacce per cercare di avere dalla loro parte il nobile re.
Appena insediatosi sul trono di Napoli, l’ambizioso e illuminato giovane sovrano comprese che il paese necessitava di rinnovamenti dopo la catastrofe finanziaria lasciata dalle precedenti reggenze e comprese anche che il popolo aveva bisogno di sentirsi partecipe di una totale rinascita e della indipendenza tanto agognata. Egli si adoperò dunque ad apportare notevoli cambiamenti, sia in campo amministrativo che militare, e si fece promotore di una serie di miglioramenti che portarono l’intero regno ad essere annoverato tra i più potenti e all’avanguardia d’Europa.
Don Carlos, come veniva chiamato dalla popolazione, portò nel regno una ventata di aria nuova e il suo entusiasmo coinvolse tutti. Egli dimostrò di essere un buon sovrano, forse uno dei più benvoluti nell’intero regno. In primo luogo egli diede vita a quella famiglia dei Borbone di Napoli, la terza formatasi in Europa, che passò alla storia come una delle più lungimiranti e innovatrici d’Europa, nonostante gli oscurantismi della propaganda anti-borbonica messa in atto a seguito della cosiddetta Unità d’Italia. Carlo ebbe a cuore la pace del regno e riuscì a tenere le guerre lontane dal suo paese mantenendo un ordine sociale pacifico. Il suo obiettivo primario fu quello di migliorare l’economia del regno e di dar vita ad un reame che fosse potente, stabile e fiorente. Iniziò dunque un enorme sviluppo urbanistico progettando grandi opere pubbliche che resero la città di Napoli una delle più prestigiose capitali Europee. Ma Carlo non si occupò solo di migliorare l’aspetto della capitale, egli si adoperò anche per altre opere nell’intero regno tra cui il restauro del porto di Taranto e quello di Molfetta. Il re infatti diede avvio ad una politica di espansione del commercio e di lotta alla pirateria formando una flotta composta da piccole imbarcazioni più utili a proteggere il trasporto marittimo e consolidò i porti più importanti del regno affinchè il commercio divenisse sempre più fiorente. Per le continue pressioni di sua madre Elisabetta, regina di Spagna, Carlo dovette migliorare i suoi rapporti con l’estero anche se non sempre riuscì ad ottenere il consenso sperato. Il suo nome era tuttavia temuto in Europa tanto da indurre vari paesi a continue minacce per cercare di avere dalla loro parte il nobile re.
Nella capitale, Napoli, egli istituì il famoso ordine di San Gennaro, un ordine cavalleresco dinastico-statale equivalente agli ordini più importanti istituiti dalla sua famiglia in Europa, di cui farà parte in seguito anche il figlio Ferdinando. Nonostante fosse un uomo molto religioso, il re di Napoli non si sottomise mai al Vaticano e più volte condannò il lusso eccessivo del clero. Egli iniziò una vera e propria lotta contro i privilegi ecclesiastici e le cosiddette “patenti” che il clero elargiva ai propri dipendenti concedendo loro l’opportunità di sottrarsi alla giustizia del regno. Con l’aiuto dell’abile marchese Bernardo Tanucci, Carlo di Borbone riuscì a rendere indipendente il proprio regno anche dalla Chiesa, che fino a quel momento considerava il Regno di Napoli un propriro feudo, e iniziò a profilarsi così quel concetto di “Libero stato in libera chiesa” che consentì al sovrano di Napoli di farsi valere pur mantenendo inalterato il suo dovere verso il Vaticano. Carlo di Borbone aveva anche compreso che il contrabbando che dilagava nel paese, finiva per rendere grossi guadagni esclusivamente ai nobili e agli enti religiosi che godevano di immunità, così con l’aiuto dei suoi ministri, decise di dare un taglio netto anche al contrabbando. Si occupò infine di giustizia emettendo il famoso Codice Carolino che, pur non dando risultati evidenti ed immediati, pose le basi per il futuro movimento di riforme applicate dai sovrani successivi.
Gli innumerevoli interessi dell’illustre sovrano non finivano qui. Egli diede un enorme impulso all’università costituendo nuove accademie e cattedre nel Regno e nel 1735/36 istituì le cattedre di Atronomia e Nautica, al fine di migliorare le tecniche di navigazione e le cattedre di Fisica sperimentale, Chimica e Botanica. A seguito della eruzione del Vesuvio del 1737 egli ordinò anche delle sistematiche ricerche e misurazioni del rischio vulcanologico, che servirono come punto di partenza per la successiva istituzione dell’osservatorio vulcanologico più antico del mondo. Nel 1755 istituì anche la cattedra di Economia politica, la prima in Europa, che venne affidata ad Antonio Genovesi il cui pensiero influì incisivamente sull’illuminismo nel regno di Napoli.
Resta importante il suo contributo dato nel campo della cultura e della vita intellettuale del regno in piena trasformazione illuministica. A Carlo si deve infatti la prima legislatura relativa alla tutela dei beni culturali del Regno che abbondavano non solo per le produzioni del passato ma anche per quelle in atto durante il suo regno.
Carlo III di Borbone, passato infatti alla storia come l’illuminato, era un tale amante dell’arte che ideò, con l’aiuto della moglie, Maria Amalia di Sassonia, uno dei più grandiosi edifici mai realizzati in Italia, la maestosa reggia di Caserta che il famoso architetto Luigi Vanvitelli eseguì a partire dal 1752. Circondato da un vasto parco di notevole bellezza, ornato da vasche e sculture e da una cascata alimentata dalle acque del famoso Acquedotto Carolino, il Palazzo Reale di Caserta divenne una delle opere più sublimi mai realizzate nel regno. Decorato internamente con marmi, sculture e bellissimi affreschi, la Reggia di Caserta è uno dei palazzi neoclassici più belli d’Italia ed eguaglia in splendore la famosa Reggia di Versailles che servì da modello. Ma Carlo non lasciò solo questa possente opera. Egli si distinse anche per la realizzazione di altre imponenti opere, come il Real Palazzo dei Poveri di Napoli (1750), eseguito dall’architetto Ferdinando Fuga e considerato uno dei più monumentali edifici d’Europa, o i palazzi reali di Portici (1737), con il suo famoso orto botanico che lo abbellisce, e di Capodimonte (1738) circondato anch’esso da un vasto parco. Questa splendida reggia ospita al suo interno uno dei più notevoli e vasti musei d’Italia, con collezioni tra le più importanti al mondo come la vasta raccolta Farnese, che vanta il numero più alto di opere di Tiziano insieme ad altri grandi artisti e la Napoletana, che espone opere dei più rinomati artisti Napoletani nonché di artisti stranieri che hanno operato a Napoli. Oltre alle reggie Carlo di Borbone poi fece edificare anche le cosiddette Reali Delizie, tante piccole incantevoli strutture architettoniche nelle sue vaste tenute di caccia. Tra gli innumerevoli interessi che aveva il re, la musica occupava il posto d’onore cosicché Carlo ideò e fece realizzare il più antico ed uno dei più notevoli teatri lirici del mondo che porta il suo nome, il famoso teatro San Carlo di Napoli che fece replicare nel palazzo reale di Caserta. Rinomato per la sua perfetta acustica e decorato internamente in maniera deliziosa, il teatro San Carlo divenne subito uno dei maggiori attrattori per i più famosi maestri della lirica quali Donizetti, Pergolesi, Rossini ed altri.
La manifattura di porcellane di Capodimonte ed i presepi.
Il felice, breve matrimonio con Maria Amalia di Sassonia, donna di alta classe e di alti ideali, permise al re di iniziare anche una redditizia fabbrica di raffinate porcellane, quella di Capodimonte, che divenne famosa in tutto il mondo. Il giovane sovrano infatti era rimasto molto colpito da alcuni oggetti in porcellana di Meissen che la regina aveva portato con sé dalla Sassonia. Ma pur essendo le fabbriche di Meissen di proprietà del padre di Maria Amalia, Augusto III di Polonia, costui vietò a chiunque di svelare la formula per realizzare porcellane simili a quelle di Meissen. Solo grazie alla disponibilità di alcuni operai specializzati di Vienna, che rivelarono la formula della porcellana dopo essere stati ben pagati, nel 1743 Carlo riuscì ad avviare la fabbrica di porcellana il cui capolavoro è considerato essere il famoso salotto di Maria Amalia che fu ideato per la sala del boudoir della regina nel Palazzo Reale di Portici e fu poi, in seguito, trasferito in quella di Capodimonte. Questa stanza interamente decorata con porcellane in stile cinese è considerata una delle massime espressioni dell’arte Napoletana delle ceramiche.
Amando le arti figurative, Carlo diede un forte impulso anche all’arte presepiale che pur essendo una espressione artistica minore, divenne una delle massime rappresentazioni della vita quotidiana del settecento Napoletano, dei suoi costumi, dei suoi mestieri e del suo popolo. Grazie a queste simbologie che furono poi ritratte da pittori e decoratori di porcellane che ripresero appunto scene di vita popolare tipiche del Regno, come quelle che si notano nel famoso chiostro maiolicato del complesso monumentale di Santa Chiara, Napoli fu conosciuta in tutto il mondo ed apprezzata per la sua nobile arte.
Le ricerche archeologiche
Ma Carlo di Borbone è ricordato principalmente per le sue ambizioni di diventare uno dei sovrani più ammirati e rinomati per le eccezionali scoperte archeologiche di cui si fece promotore a partire dal 1738 quando iniziò a riportare alla luce la città sepolta di Ercolano. Grazie alla felice intuizione di Maria Amalia che aveva visto nella località di Portici il luogo ideale per erigere la prima reggia tutta borbonica, infatti, Carlo III venne a conoscenza delle casuali scoperte del teatro dell’antica Herculaneum nelle immediate vicinanze di Portici. Il re che amava farsi notare per le sue doti di sensibilità ed apertura mentale, non si lasciò scappare l’occasione per riportare alla luce dalle ceneri del passato uno dei più prestigiosi luoghi dell’antichità: Herculaneum, il sito archeologico per eccellenza che, come una fenice, risorse per deliziare il mondo intero. Fu riportata alla luce, in parte, la famosa villa dei Papiri, centro culturale dell’antichità con i suoi famosi papiri carbonizzati che trattavano di filosofia epicurea. Esterrefatto per le eccezionali scoperte, l’entusiasta sovrano diede un forte impulso alla archeologia come moderna scienza ed iniziò innumerevoli sistematici scavi archeologici in tutta la regione Campania, riportando alla luce affascinanti siti antichi come Pompei, Stabiae, Capri e tanti altri che rivivono ora momenti di gloria per le visite che ricevono dai turisti di tutto il mondo. Grande fu il suo dispiacere quando nel 1759 fu costretto ad abdicare in favore del giovanissimo figlio Ferdinando IV e a trasferirsi nella penisola Iberica per sostituire il fratellastro, Ferdinando VI, sul trono di Spagna dove Carlo si distinse come uno dei migliori sovrani.
© Dr Maria Sannino 2016
In occasione del tricentenario della nascita di Carlo III di Borbone ho il piacere di offrire itinerari esclusivi dei luoghi di delizia e di interesse di questo grande sovrano.
Non esitate a contattarmi al seguente indirizzo email: belsannino@gmail.com
Qui di seguito potete trovare un elenco di tutti i tour:
Palazzo Reale di Napoli
Cappella Reale Borbonica di Santa Chiara, Obelisco di San Domenico e del Gesù Nuovo, Duomo di Napoli
Palazzo Reale di Portici
Scavi archeologici di Ercolano
Scavi archeologici di Pompei
Scavi di archeologici dell’antica Stabiae
Reggia e parco del Palazzo Reale di Caserta
Museo archeologico Nazionale di Napoli
Palazzo Reale di Capodimonte