UNA NUOVA LEGGE ASSURDA CATAPULTA LE GUIDE TURISTICHE ITALIANE NEL MONDO DELL’INCREDIBILE.
Un nuovo incubo si affaccia all’orizzonte per le guide turistiche italiane che vengono ancora una volta penalizzate. Sembra che non ci sia verso di rimettere il treno di questa professione sui giusti binari.
Dopo dieci anni di attesa di una legge che riportasse ordine nella professione di guida turistica sconquassata da anni e anni di tentativi di destabilizzazione e mercificazione, il nostro paese, mettendo insieme quattro regole tra di loro contraddittorie, è riuscito a emanare una legge che sconvolge oltre ogni limite le guide turistiche abilitate italiane.
Esse erano in attesa di regole ben precise per far fronte all’abusivismo sfrenato che si assiste in questo paese nel settore del turismo e delle visite guidate e, soprattutto, aspettavano che si facesse chiarezza sulla professione di guida turistica che è specialistica, quindi locale, e su quella dell’accompagnatore turistico che è invece leggermente più generico e di carattere nazionale/internazionale.
E’ stata emanata invece una legge che è fortemente penalizzante per le guide turistiche professionali italiane mentre è una legge liberatutti per gli abusivi e gli stranieri che vogliono operare in Italia senza dover sottostare a regole italiane. Non si riesce a capire bene dunque il nesso che c’è tra alcune regole di questa nuova legge che sono in netto contrasto su diversi punti.
Come è possibile che invece di andare avanti in questo paese andiamo sempre più indietro e sempre peggio? Abbiamo tentato attraverso incontri, documenti, e contatti con il ministero e con l’intero parlamento italiano di far capire che la figura della guida turistica, per sua natura, è di carattere specialistica e locale perché in un paese come l’Italia è semplicemente “irrazionale” che una sola persona possa essere in grado di spiegare correttamente l’intero immenso patrimonio che ci ritroviamo nel Bel Paese. Questa legge prevede, al contrario, una abilitazione di carattere generale, valida su tutto il territorio nazionale, come se le guide potessero avere la stessa competenza in una regione e anche nell’altra, dal nord al sud del paese. Eppure nell’articolo 2 di detta legge si parla specificamente di valorizzare e tutelare, attraverso la corretta esposizione, tutto il nostro ineguagliabile patrimonio nonché evidenziare gli elementi di identità locale.
Per di più questa nuova legge prevede tutta una serie di restrizioni e imposizioni per le guide turistiche italiane mentre invece da libero accesso a persone non qualificate che possono operare come guide turistiche senza una abilitazione in regime di temporaneità.
Come è possibile che non si ritenga giusto rispettare seriamente la professione di guida turistica e come si può mai pensare che chiunque possa svolgere questa professione qualche volta per hobby e senza creare danni di immagine ai veri professionisti?
Perché si pretende che le guide turistiche italiane debbano avere una abilitazione, debbano essere iscritte in un elenco nazionale, seguire corsi di formazione per accedere alla professione con una laurea, debbano necessariamente partecipare a corsi di aggiornamento, avere un codice ATECO specifico, mentre si consente invece a chiunque di operare liberamente in regime di temporaneità senza alcun titolo né obbligo?
Perchè si perpetua con un atteggiamento discriminatorio nei confronti delle guide turistiche abilitate in Italia mentre si consente a quelle abilitate in altri paesi comunitari (come se gli italiani non facessero anch’essi parte della Comunità Europea), o addirittura extracomunitari, di operare in tutto il territorio nazionale senza dover dimostrare alcuna competenza specifica del luogo da visitare e senza necessità di aggiornamenti?
Che tipo di politica si sta portando avanti dunque? Una di certezza delle competenze delle guide turistiche o di penalizzazione delle guide turistiche abilitate italiane che, pur avendo già dimostrato la loro competenza, superando un esame di abilitazione, sono costrette a sacrifici enormi dovuti agli aggiornamenti che impongono una perdita di lavoro di almeno 50 ore?
E perché le guide abilitate italiane devono affrontare delle spese per una assicurazione che viene imposta solo a loro come professionisti mentre dovrebbe invece essere obbligatoria per i tour operator e per i luoghi da visitare e soprattutto per chi manca di corretta e comprovata conoscenza di questi ultimi?
Infine si prevede un aggiornamento ogni tre anni però allo stesso tempo continuo e costante, e si prevede la necessità di dimostrare la conoscenza di una lingua straniera a livello C1 europeo ed un’altra invece a livello B2. Significa dunque che con un gruppo di persone possiamo parlare bene nella loro lingua mentre con un altro invece possiamo tranquillamente zoppicare? Che significato hanno queste clausole così assurde? Perchè da un lato si pretende competenza e dall’altra il suo esatto contrario?